Quest’anno in Italia ci siamo risvegliati con la Romagna trasformata in palude, dopo inverni di siccità e ondate di calore. Non possiamo che leggere la tragedia di questi giorni attraverso le lotte che i movimenti ambientalisti nei territori italiani hanno condotto per la messa in sicurezza del patrimonio paesaggistico contro l’insensato modello di crescita neoliberale, dal movimento NO TAV all’opposizione alle grandi navi in laguna, dal NO TAP alla lotta degli operai GKN per salvare la fabbrica e riconvertirla sostenuti da centri sociali e reti ecologiste.
Con il 2018 arriva la grande ondata dei movimenti per il clima, Fridays For Future, Extinction Rebellion e poi le azioni clamorose di Just Stop Oil e Ultima Generazione. Movimenti di massa globali di giovani che contestano la governance globale e la lobby fossile con un messaggio semplice e definitivo: non c’è più tempo, dobbiamo cambiare sistematicamente il modello produttivo interrompendo il consumo di petrolio, carbone e gas. Ogni temporeggiamento scatenerà su di noi e in particolare i più giovani effetti drammatici e catastrofici.
Dopo il virus, le foreste in fiamme, le crisi idriche e le alluvioni, molti hanno deciso di fare quitting climatico, di non restare più in città inquinate e riarse a fare lavori inutili e sottopagati. Ci sono state occupazioni di terre come a Mondeggi in Toscana, e reti come Genuino Clandestino, Fuorimercato, ARI hanno preso a coltivare in modo agroecologico e a distribuire in modo solidale. Nel frattempo è cresciuto il movimento antispecista italiano, entrando nel dibattito pubblico come nel caso della lotta a favore degli orsi in Trentino. Nelle manifestazioni degli studenti medi nel climate strike di questa primavera campeggiava un cartello con su scritto: Siamo noi l’unica energia rinnovabile! A Milano e a Roma ci sono state le occupazioni di Statale e Sapienza promosse dalla rete transnazionale End Fossil che contesta la ricerca universitaria finanziata dai corresponsabili dello scioglimento di poli e ghiacciai.
Sono questi i soggetti che da febbraio 2023 stanno promuovendo il World Congress for Climate Justice (WCCJ) che si terrà dal 12 al 15 Ottobre 2023 a Milano in Statale e al Leoncavallo. Stiamo costruendo questo congresso nel fango del norditalia alluvionato, con la chiara idea che dobbiamo interrompere immediatamente l’uso di pesticidi, l’allevamento intensivo, il consumo di suolo, la cementificazione del territorio, una mobilità centrata sul motore a combustione interna e un sistema energetico fondato sui combustibili fossili e gli enormi profitti che generano. Siamo nell’occhio di questo ciclone storico, e facciamo quasi fatica a metabolizzare gli eventi catastrofici che si susseguono sempre più infernale: guerra senza limiti e catastrofe ecologica in Ucraina, incendi in Canada e smog arancione a New York, la scomparsa prossima dei ghiacci dall’Artico, mentre emissioni e temperature aumentano inesorabilmente. Il Mediterraneo con al centro l’Italia è, al pari di Africa e Medio Oriente, un’area dove gli effetti del riscaldamento globale saranno peggiori che altrove, dove diverrà sempre più difficile, insostenibile, violento e precario vivere. Si verificheranno migrazioni di enorme portata man mano che porzioni sempre maggiori della Terra diverranno inabitabili.
Per costruire una strategia intersezionale comune che scongiuri il disastro verso cui ci stanno portando lobby petrolifere e governi reazionari, abbiamo deciso di organizzare il WCCJ, proprio in Italia e proprio a Milano, teatro di grandissimi scioperi per il clima. Il quartier generale del congresso saranno i chiostri della Statale grazie al sostegno politico e organizzativo del collettivo Ecologia Politica Milano. Abbiamo deciso di dedicare la prima giornata del congresso ad un grande gesto di immaginazione, convocando artisti e mondo della cultura con Institute of Radical Imagination e Lab of Insurrectionary Imagination di Isabelle Fremeaux e Jay Jordan per scrivere un manifesto di ecologia radicale e creare pratiche di sovversione della narrazione dominante. Nei giorni seguenti il programma entra nel vivo con i seminari e le assemblee tematiche, che vedranno partecipazione di decine di delegazioni dai principali movimenti di giustizia climatica del pianeta. Oltre ai network di FFF, XR, UG, ARI e al sostegno di Bologna for Climate Justice e Torino Climate Social Camp, e del Centro Jean Monnet dell’Università di Padova, abbiamo ottenuto l’appoggio di Ende Gelaende, l’ensemble che si è battuto in Germania per la chiusura delle miniere di carbone come a Luetzerath, gli Zadisti di Soulèvements de la Terre che stanno lottando contro l’accaparramento delle risorse idriche a Sainte-Soline e altrove in Francia, le attiviste e gli attivisti di Defend the Atlanta Forest che si battono contro la costruzione di Cop City, Climaximo dal Portogallo, dall’Uganda abbiamo l’adesione del Rise Up Movement che si batte contro l’oleodotto EACOP, dal Sud America Futuros Indigenas, e tant* altr*, per cercare di costituire la Prima Internazionale dell’anticapitalismo climatico.
Costruire un consesso mondiale nell’emergenza climatica significa anche essere sempre più un laboratorio permanente di mobilitazione. Per questo l’invito è adesso ad essere in tant3 sabato 17 Giugno a Bologna per la manifestazione in sostegno del popolo alluvionato dell’Emilia Romagna. Gente che, avendo subito la violenza delle conseguenze di un territorio devastato dalle politiche neoliberali, non solo vuole aiuto e solidarietà nel momento della tragedia, ma è alza la testa e dice subito che occorre ricostruire in modo ecologico se si vuole davvero resilienza. In un paese dove se getti pesticidi e cemento sei premiato per avere alzato il PIL, mentre se getti vernice solubile nelle fontane per chiedere con forza il cambiamento vieni messo in galera, la schizofrenia e la demenza sono alle stelle. Dobbiamo abbandonare tutto ciò che stiamo facendo e concentrare tutte le nostre energie nella costruzione di un fronte climatico che porti a un vero rinnovamento e cambiamento radicale. L’alternativa è troppo terrificante da contemplare.