Call
World Congress for Climate Justice: ideas, strategies, practices
The aim of this call is to bring together movements from all continents to Milan to strategize intersectionally against fossil capitalism. The drought that has scorched Europe, China, North America and the flood that has submerged Pakistan have made all too apparent the mortal threat we are collectively facing in this climate emergency.
Never has the threat posed to human societies by unconstrained growth been greater than today. However, at the moment systemic alternatives to fossil capitalism are struggling to emerge in the battle against neoliberal doctrine, suprematist clericalism and authoritarian ethnonationalism, all nefarious ideological forms united by climate denialism.
Since 2018 climate justice movements have entered a new mass phase, surviving the freeze on social mobilization imposed in many regions of the world by the pandemic, and have crossed the paths of racial justice movements against police violence in 2020, feminist and queer movements against patriarchal reaction, and today are joining protests for social justice and against high energy prices in several countries.
Starting from the dramatic urgency and from this trajectory of conflicts, we want to open a space for discussion between explicitly anti-capitalist climate movements, activists and intellectuals from all over the planet, with the ambition to define a common agenda and ideological horizon in the shared transnational space of the ecosocial struggles of the present.
The war unleashed by Putin by invading Ukraine has split the world into two opposing camps: the Euro-American one (with Japan, Korea, Australia, New Zealand) and a Sino-Russian sphere on the other. We belong to the third camp, that of anti-authoritarian, postcolonial, solidarity movements that fight for a world where capitalist extraction and nationalist competition will become obsolete. We side with anarcho-autonomists and antifas in Ukraine, Belarus, Russia. We side with the victims of war, especially Ukrainian women and children, and hope Putin’s neo-czarism will be defeated.
However, let us desert the race for militarism in the west. A race useful only for the merchants of death in the service of the overlords of fossil capitalism. There is nothing moral about this horizon. Faced with the climatic apocalypse, Europe and the United States are arming themselves to defend their primacy as global consumers of the biosphere. And to do so, they increase oppressive police powers at home, and abroad give legitimacy to reactionary gangsters like Erdogan, and assist political systems based on slave labor, apartheid and deportation like in the Middle East and North Africa, or tolerate genocidal wars like those occurring against Rojava and Tigray.
The World Congress for Climate Justice wants to respond to the urgency of the current struggle against fossil capitalism and open a space for transnational exchange and debate with the aim of reaching deliberations on resolutions and proposals for action for international alliances and mobilizations. Our goal is to re-instill a sense of hope and a horizon of liberation in the manifold movements across the planet that defend ecosystems, the right to cities, and act against the fossil installations and infrastructures of global capitalism.
And to do this, we consider it essential and a priority to reconnect the struggles for climate justice with those for social justice and labor unionization against oligopolists and oligarchs, increasingly obscenely rich. Transnational ties and intersectional alliances to build a present of climate justice and liberation, starting from the practices of feminist and queer movements, radical labor campaigns and anti-racist fronts, building on new practices of organization and conflict, oppositional lifestyles, modes of energy and food production and consumption, universal access to income, health, and housing, to information and knowledge: a culture for the precarious many, not for the wealthy few.
We foresee a three-day weekend in Milan in October 2023, where delegates from movements, collectives, unions, territories and social spaces in struggle, from neighborhoods and fields, classrooms and offices, of all genders and from all over the world, can discuss these issues and arrive at common strategies, drawing on the experience of large-scale environmental protests and autonomous zones. We are thinking about many parallel sessions around a large array of topics from climate science to essential workers, and few common deliberative moments, but we leave to you to suggest the subjects of discussion in Milano.
Let’s fight for the liberation of Earth from capitalist greed and fascist predation.
Love ‘n’ Revolution!
Appello
Lo scopo di questo appello è riunire movimenti da tutti i continenti a Milano per elaborare strategie intersezionali contro il capitalismo fossile. La siccità che ha bruciato l’Europa, la Cina, il Nord America e l’alluvione che ha sommerso il Pakistan hanno reso fin troppo evidente la minaccia mortale che stiamo affrontando collettivamente in questa emergenza climatica.
La minaccia posta alle società umane dalla crescita incontrollata non è mai stata così grande. Tuttavia, alternative sistemiche al capitalismo fossile faticano ad emergere nella battaglia che infuria nel mondo contro la dottrina neoliberista, il clericalismo suprematista e l’etnonazionalismo autoritario, tutte nefaste forme ideologiche accomunate dal negazionismo climatico.
Dal 2018 i movimenti per la giustizia climatica sono entrati in una nuova fase di massa, sopravvivendo al congelamento della mobilitazione sociale imposto in molte regioni del mondo dalla pandemia, e hanno incrociato le strade dei movimenti per la giustizia razziale contro la violenza della polizia nel 2020, dei movimenti femministi e queer contro i movimenti patriarcalisti reazionari, e oggi si stanno unendo alle proteste per la giustizia sociale e contro il caro energia in molti paesi.
Partendo dalla drammatica urgenza e da questa traiettoria di conflitti, vogliamo aprire uno spazio di confronto tra movimenti climatici esplicitamente anticapitalisti, attivistə e intellettuali di tutto il pianeta, con l’ambizione di definire un’agenda e un orizzonte ideologico comuni nello spazio transnazionale condiviso delle lotte ecosociali del presente.
La guerra scatenata da Putin invadendo l’Ucraina ha spaccato il mondo in due campi contrapposti: quello euro-americano (con Giappone, Corea, Australia, Nuova Zelanda) da una parte e quello sino-russo dall’altro. Noi apparteniamo al terzo campo, quello dei movimenti antiautoritari, postcoloniali, solidali che lottano per un mondo in cui l’estrazione capitalista e la competizione nazionalista diventino obsolete. Ci schieriamo con anarcoautonomə e antifa in Ucraina, Bielorussia, Russia. Ci schieriamo con le vittime della guerra, in particolare le donne e i bambini ucraini, e speriamo che il neo-zarismo di Putin verrà sconfitto.
Tuttavia, disertiamo la corsa al militarismo in occidente. Una corsa utile solo ai mercanti di morte al servizio dei petrofeudatari del capitalismo fossile. Non c’è niente di morale in questo orizzonte. Di fronte all’apocalisse climatica, Europa e Stati Uniti si stanno armando per difendere il loro primato di consumatori globali della biosfera. E per farlo, aumentano i poteri oppressivi della polizia in patria, e all’estero danno legittimità a despoti autori come Erdogan, e assistono sistemi politici basati sul lavoro servile, sull’apartheid e sulla deportazione come in Medio Oriente e Nord Africa, o tollerano guerre genocide come quelle che si stanno verificando contro il Rojava e il Tigray.
Il Congresso Mondiale per la Giustizia Climatica vuole rispondere all’urgenza dell’attuale lotta contro il capitalismo fossile e aprire uno spazio di scambio e dibattito transnazionale con l’obiettivo di giungere a deliberazioni su risoluzioni e a proposte di azione intorno ad alleanze e mobilitazioni internazionali. Il nostro scopo è reinstillare un senso di speranza e un orizzonte di liberazione nei molteplici movimenti in tutto il pianeta che difendono gli ecosistemi, il diritto alle città e agiscono contro le installazioni e le infrastrutture fossili del capitalismo globale. E per fare questo riteniamo essenziale e prioritario ricollegare le lotte per la giustizia climatica con quelle per la giustizia sociale e la sindacalizzazione del lavoro essenziale/precario contro gli oligopolisti e gli oligarchi, sempre più oscenamente ricchi. Legami transnazionali e alleanze intersezionali per costruire un presente di giustizia climatica e liberazione collettiva, partendo dalle pratiche dei movimenti femministi e queer, dalle campagne sindacali radicali e dai fronti antirazzisti, costruendo a partire dalle nuove pratiche di organizzazione e conflitto, da stili ed esperimenti di vita opposizionali, modalità alternative nella generazione di energia e nella produzione e nel consumo di cibo, accesso universale al reddito, alla salute e alla casa, all’informazione e alla conoscenza: la cultura di un nuovo ambiente e una nuova società per le/i molti che sono precari/e, non per i pochi ricchi del globo proiettati alla conquista dello spazio.
Immaginiamo un weekend di tre giorni a Milano nell’ottobre 2023, dove delegatə di movimenti, collettivi, sindacati, territori e spazi sociali in lotta, da quartieri e campagne, aule e uffici, di tutti i generi e di tutto il mondo, possano confrontarsi questi problemi e arrivare a strategie comuni, attingendo all’esperienza di proteste ambientali su larga scala e zone autonome. Stiamo pensando a molte sessioni parallele su una vasta gamma di argomenti e contenuti, dalla climatologia al bioregionalismo, e pochi momenti deliberativi assembleari comuni, ma lasciamo ai movimenti che si uniranno di suggerire e organizzare momenti di discussione politica e intellettuale a Milano.
Combattiamo per la liberazione della Terra dall’avidità capitalista e dalla predazione fascista:
Amore e Rivoluzione!
Appel
Le but de cet appel est de rassembler des mouvements de tous les continents à Milan pour élaborer une stratégie intersectionnelle contre le capitalisme fossile. La sécheresse qui a ravagé l’Europe, la Chine, l’Amérique du Nord et les inondations qui ont submergé le Pakistan n’ont que trop mis en évidence le danger mortel à laquelle nous sommes collectivement confrontés dans cette urgence climatique.
La menace que fait peser une croissance effrénée sur les écosystèmes et sur les sociétés humaines n’a jamais été aussi grande qu’aujourd’hui. Pourtant, des alternatives systémiques au capitalisme fossile peinent à émerger dans la bataille contre la doctrine néolibérale, le cléricalisme suprématiste et l’ethno-nationalisme autoritaire, unis par le négationnisme climatique.
Après avoir survécu au gel de la mobilisation sociale imposé par les confinements, les mouvements pour la justice climatique sont entrés dans une nouvelle phase de masse. Ils ont croisé la route des mouvements antiracistes contre les violences policières en 2020, celles des mouvements féministes et queer contre la réaction du patriarcat, et se joignent aujourd’hui aux protestations pour la justice sociale contre la hausse du coût de la vie et les prix élevés de l’énergie dans plusieurs pays.
Partant de l’urgence dramatique et de cette trajectoire de conflits, nous voulons ouvrir un espace de discussion entre mouvements climatiques explicitement anticapitalistes, militant.e.s et intellectuel.le.s de toute la planète, avec l’ambition de définir un agenda et un horizon idéologique communs dans l’espace transnational partagé des luttes éco-sociales du présent.
La guerre déclenchée par Poutine en envahissant l’Ukraine a divisé le monde en deux camps opposés : l’euro-américain (avec le Japon, la Corée, l’Australie, la Nouvelle-Zélande) et la sphère sino-russe rivale. Nous appartenons au troisième camp, celui des mouvements anti-autoritaires, postcoloniaux, solidaires qui se battent pour un monde où l’extraction capitaliste et la concurrence nationaliste deviendront obsolètes. Nous sommes du côté des anarcho-autonomes et des antifas d’Ukraine, de Biélorussie, de Russie. Nous sommes du côté des victimes de la guerre, en particulier des femmes et des enfants ukrainiens, et espérons que le néo-tsarisme de Poutine sera battu.
Stop à la course au militarisme à l’ouest. Une course utile uniquement aux marchands de mort au service des seigneurs du capitalisme fossile. Face à l’apocalypse climatique, l’Europe et les Etats-Unis s’arment pour défendre leur primauté de consommateurs mondiaux de la biosphère. Et pour ce faire, ils augmentent les pouvoirs oppressifs de la police chez eux, et à l’étranger, donnent une légitimité aux leaders autoritaires et réactionnaires comme Erdogan, et soutiennent les systèmes politiques basés sur le travail forcé, l’apartheid et la déportation comme au Moyen-Orient et en Afrique du Nord, ou tolèrent des guerres génocidaires comme celles en cours contre le Rojava et le Tigray.
Le Congrès mondial pour la justice climatique veut répondre à l’urgence de la lutte actuelle contre le capitalisme fossile et ouvrir un espace d’échange et de débat transnational dans le but d’arriver à des consensus et des résolutions communes, de créer des alliances et d’imaginer des propositions d’action pour des mobilisations internationales. Notre objectif est d’inspirer un sentiment d’espoir et d’ouvrir un horizon de libération dans les multiples mouvements à travers la planète qui défendent les écosystèmes et agissent contre les installations et infrastructures fossiles du capitalisme mondial.
Pour ce faire, nous considérons qu’il est essentiel et prioritaire de reconnecter les luttes pour la justice climatique avec celles pour la justice sociale. Avec les syndicats au travers des mobilisations contre les oligopoles et les oligarques, de plus en plus obscènement riches ; Avec les réseaux transnationaux et des alliances intersectionnelles pour construire un présent de justice climatique et de libration; en se basant sur les pratiques des mouvements féministes et queer, des pratiques radicales des syndicats et collectifs antiracistes ; en s’appuyant sur ces nouvelles formes d’organisation et de conflit, sur les modes de vie de la zone du dehors, les modes de production et de consommation alimentaires post-intensif ; avec un droit universel aux revenus, à la santé et au logement, à l’information et au savoir : une culture pour le plus grand nombre qui est précaire, pas pour quelques riches.
Nous prévoyons un week-end de trois jours à Milan le 12-15 octobre 2023, où les délégués des mouvements, des collectifs, des syndicats, des territoires et des espaces sociaux en lutte, des quartiers et des champs, des salles de classe et des bureaux, de tous les genres et du monde entier, pourront discuter ces questions et arriver à des stratégies communes, en s’appuyant sur l’expérience des protestations environnementales à grande échelle et des zones autonomes. Nous pensons à de nombreuses sessions parallèles autour d’un large éventail de sujets allant de la science du climat aux travailleurs essentiels, et à quelques moments délibératifs communs, mais nous vous laissons le soin de suggérer les sujets de discussion à Milan.
Luttons pour la libération de la Terre de la cupidité capitaliste et de la prédation fasciste.
Amour et Révolution !
Aufruf
Ziel dieses Aufrufs ist es, Bewegungen aus allen Kontinenten in Mailand zusammenzubringen, um gemeinsam Strategien gegen den fossilen Kapitalismus zu entwickeln. Die Dürre, die Europa, China und Nordamerika verwüstet hat, und die Flut, die Pakistan überschwemmt hat, haben die tödliche Bedrohung, der wir uns in dieser Klimakrise kollektiv gegenübersehen, nur allzu deutlich gemacht.
Noch nie war die Bedrohung der menschlichen Gesellschaften durch ungebremstes Wachstum so groß wie heute. Im Kampf gegen die neoliberale Doktrin, den suprematistischen Klerikalismus und den autoritären Ethnonationalismus – allesamt schändliche ideologische Formen, die durch den Klimaleugner vereint werden – sind jedoch derzeit systemische Alternativen zum fossilen Kapitalismus im Entstehen begriffen.
Seit 2018 sind die Bewegungen für Klimagerechtigkeit in eine neue Massenphase eingetreten und haben den durch die Pandemie in vielen Regionen der Welt verhängten Stillstand der sozialen Mobilisierung überlebt. Sie haben die Wege der Bewegungen für Rassengerechtigkeit gegen Polizeigewalt im Jahr 2020, der feministischen und queeren Bewegungen gegen patriarchale Reaktionen gekreuzt und schließen sich heute in mehreren Ländern den Protesten für soziale Gerechtigkeit und gegen hohe Energiepreise an.
Ausgehend von der dramatischen Dringlichkeit und der Entwicklung dieser Konflikte wollen wir einen Raum für Diskussionen zwischen explizit antikapitalistischen Klimabewegungen, Aktivisten und Intellektuellen aus der ganzen Welt eröffnen, mit dem Ziel, eine gemeinsame Agenda und einen ideologischen Horizont im gemeinsamen transnationalen Raum der ökosozialen Kämpfe der Gegenwart zu definieren.
Der von Putin durch den Angriff auf die Ukraine initiierte Krieg hat die Welt in zwei gegensätzliche Sphären gespalten: eine euro-amerikanische (mit Japan, Korea, Australien, Neuseeland) und eine chinesisch-russische Sphäre auf der anderen Seite. Wir gehören zum dritten "Block", dem der antiautoritären, postkolonialen und solidarischen Bewegungen, die für eine Welt kämpfen, in der die kapitalistische Ausbeutung und die nationalistische Konkurrenz obsolet werden. Wir stehen an der Seite der Anarcho-Autonomen und Antifas in der Ukraine, in Weißrussland, in Russland. Wir stehen an der Seite der Kriegsopfer, insbesondere der ukrainischen Frauen und Kinder, und hoffen, dass Putins Neo-Zarismus besiegt wird. Doch lassen wir den Wettlauf um den Militarismus im Westen hinter uns. Ein Wettlauf, der nur den Händlern des Todes im Dienste der Oberherren des fossilen Kapitalismus nützt. Es gibt nichts Moralisches an diesem Horizont. Angesichts der klimatischen Apokalypse rüsten Europa und die Vereinigten Staaten auf, um ihre Vormachtstellung als globale Konsumenten der Biosphäre zu verteidigen. Und um das zu tun, bauen sie zu Hause repressive Polizeimächte aus und geben im Ausland reaktionären Gangstern wie Erdogan Legitimität, unterstützen politische Systeme, die auf Sklavenarbeit, Apartheid und Deportation beruhen, wie im Nahen Osten und in Nordafrika, oder tolerieren völkermörderische Kriege wie die gegen Rojava und Tigray.
Der Weltkongress für Klimagerechtigkeit will auf die Dringlichkeit des aktuellen Kampfes gegen den fossilen Kapitalismus reagieren und einen Raum für transnationalen Austausch und Debatten eröffnen, um zu Beschlüssen und Aktionsvorschlägen für internationale Allianzen und Mobilisierungen zu gelangen.
Unser Ziel ist es, zu gemeinsamen Überlegungen und Aktionsvorschlägen zu gelangen, Allianzen, Solidaritäts- und Unterstützungsnetzwerke sowie transnationale Mobilisierungen aufzubauen, um denjenigen auf der ganzen Welt, die ihre Freiheit und ihr Leben riskieren, um Ökosysteme und das Recht auf Städte zu verteidigen, sowie denjenigen, die gegen die fossilen Anlagen und Infrastrukturen des globalen Kapitalismus vorgehen, ein neues Gefühl der Hoffnung und Befreiung zu vermitteln. Deshalb halten wir es für wesentlich und vorrangig, die Kämpfe für Klimagerechtigkeit mit denen für soziale Gerechtigkeit und die gewerkschaftliche Organisierung der Arbeit gegen die immer unverschämter reich werdenden Oligopolisten und Oligarchen zu verknüpfen.
Transnationale Beziehungen und intersektionale Allianzen, um eine Gegenwart der Klimagerechtigkeit und der kollektiven Befreiung aufzubauen, ausgehend von den Praktiken vor allem der transfeministischen und lgbtqia+-Bewegungen, von radikalen und antirassistischen Gewerkschaftskampagnen, um Formen der Organisation und des Konflikts, konfliktreiche Lebensstile und Lebensformen aufzubauen, bis hin zu alternativen Wegen der Energieerzeugung und der Produktion, Verteilung und des Konsums von Nahrungsmitteln, für einen wirklich universellen Zugang zu Einkommen, Gesundheit und Wohnen, Information und Wissen. Ein Horizont der Befreiung in einer neuen Umwelt und einer neuen Gesellschaft für alle und nicht für ein paar reiche Globetrotter, die den Weltraum kolonisieren wollen.
Zu diesem Zweck planen wir ein dreitägiges Wochenende in Mailand im Oktober 2023, an dem sich Delegierte von Bewegungen, Kollektiven, Gewerkschaften, Territorien und sozialen Räumen im Kampf, in Stadtvierteln und auf dem Land, in Klassenzimmern und Büros, aller Art, und aus der ganzen Welt, mit diesen Themen auseinandersetzen können, um zu gemeinsamen Strategien zu gelangen, die sich auf die direkte Erfahrung von großen Umweltprotesten oder autonomen Zonen stützen. Wir stellen uns viele parallele Sitzungen zu einem möglichst breitenn Spektrum von Themen und Inhalten vor, von der Klimatologie bis zum Bioregionalismus, die sich in begrenzten gemeinsamen, beratenden und versammelnden Momenten ergeben können. Dieser Aufruf ist eine Einladung an die Bewegungen und an jede von ihnen, Themen, Räume und Momente der politischen und theoretischen Diskussion in Mailand zu schaffen, vorzuschlagen und zu organisieren und die Einladung auf jeden auszudehnen, von dem sie denken, dass er die Konfrontation und Diskussion bereichern könnte. Kämpft für die Befreiung der Erde von kapitalistischer Gier und faschistischem Raubbau:
Liebe und Revolution!
Llamamiento
El objetivo de esta convocatoria es reunir movimientos de todos los continentes en Milán para elaborar estrategias interseccionales contra el capitalismo fósil. La sequía que ha quemado Europa, China, América del Norte y la inundación que ha sumergido Pakistán han puesto de manifiesto la amenaza mortal a la que nos enfrentamos colectivamente en esta emergencia climática.
Nunca esta amenaza de crecimiento sin restricciones ha sido tan extrema. No obstante, no es fácil para las alternativas sistémicas al capitalismo fósil emerger en la lucha en contra de la doctrina neoliberal, el clericalismo suprematista y el etnonacionalismo autoritario, todas formas ideológicas nefastas unidas por el negacionismo climático.
Desde el 2018 los movimientos de justicia climática han entrado en una nueva fase de masas, sobreviviendo al congelamiento de la movilización social impuesto en muchas regiones del mundo por la pandemia, y han compartido camino con los movimientos de justicia racial contra la violencia policial en 2020, así como con movimientos feministas y queer contra el patriarcado reaccionario, y hoy se suman a las protestas por la justicia social y contra los altos precios de la energía en varios países.
A partir de la urgencia dramática y de esta trayectoria de conflictos, queremos abrir un espacio de debate entre movimientos climáticos explícitamente anticapitalistas, activistas e intelectuales de todo el planeta, con la ambición de definir una agenda común y un horizonte ideológico en el espacio transnacional compartido de las luchas ecosociales del presente.
La guerra desatada por Putin al invadir Ucrania ha dividido al mundo en dos campos enfrentados: el euro-estadounidense (con Japón, Corea, Australia, Nueva Zelanda) y el ámbito chino-ruso en el otro. Pertenecemos al tercer campo, el de los movimientos antiautoritarios, poscoloniales, solidarios, que luchan por un mundo donde la extracción capitalista y la competencia nacionalista quedarán obsoletas. Estamos del lado de los anarcoautonomistas y antifas en Ucrania, Bielorrusia, Rusia. Estamos del lado de las víctimas de la guerra, especialmente las mujeres y los niños ucranianos, y esperamos que el neozarismo de Putin sea derrotado.
Sin embargo, abandonemos la carrera por el militarismo en Occidente. Una carrera útil solo para los mercaderes de la muerte al servicio de los caciques del capitalismo fósil. No hay nada moral en este horizonte.
Ante el apocalipsis climático, Europa y Estados Unidos se arman para defender su primacía como consumidores globales de la biosfera. Y, para hacerlo, aumentan los poderes represivos de la policía en sus países y en política exterior otorgan legitimidad a gánsteres reaccionarios como Erdogan, respaldan sistemas políticos basados en el trabajo esclavo, el apartheid y la deportación como en el Medio Oriente y África del Norte, o toleran guerras genocidas como las que se están librando en contra del Rojava y Tigray.
El Congreso Mundial por la Justicia Climática quiere responder a la urgencia de la lucha actual contra el capitalismo fósil y abrir un espacio de intercambio y debate transnacional con el objetivo de llegar a deliberaciones sobre resoluciones y propuestas de acción para alianzas y movilizaciones internacionales. Nuestro objetivo es volver a infundir un sentido de esperanza y un horizonte de liberación en los múltiples movimientos en todo el planeta que defienden los ecosistemas, el derecho a las ciudades y actúan contra las instalaciones e infraestructuras fósiles del capitalismo global. Y para ello, consideramos fundamental y prioritario reconectar las luchas por la justicia climática con las de justicia social y sindicalización contra los oligopolistas y oligarcas, cada vez más obscenamente ricos. Lazos transnacionales y alianzas interseccionales para construir un presente de justicia climática y liberación, a partir de las prácticas de movimientos feministas y queer, campañas sindicales radicales y frentes antirracistas, construyendo sobre nuevas prácticas de organización y conflicto, estilos de vida opositores, modos de energía y producción y consumo de alimentos, acceso universal a ingresos, salud y vivienda, a información y conocimiento: una cultura para muchxs precarixs, no para pocos ricos.
Imaginamos un fin de semana de tres días en Milán en octubre de 2023, en el que delegadxs de movimientos, colectivos, sindicatos, territorios y espacios sociales en lucha, de barrios y campos, aulas y oficinas, de todos los géneros y de todo el mundo, puedan discutir estos temas y llegar a estrategias comunes, aprovechando la experiencia de protestas ambientales a gran escala y zonas autónomas. Estamos pensando en muchas sesiones paralelas en torno a una gran variedad de temas, desde la ciencia del clima hasta lxs trabajadorxs esenciales, además de algunos momentos deliberativos comunes, pero dejamos abierta a todxs vosotrxs la posibilidad de sugerir los temas de discusión para el congreso en Milán.
Luchemos por la liberación de la Tierra de la codicia capitalista y la depredación fascista.
¡Amor y revolución!
END FOSSIL ERA
Movements
More than 60 entities will attend the congress: collectives, movements, NGOs, researchers and much more!